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Facebank: la creatività come rinascita

Design Thinking Society Interview
<< Un giorno o l’altro questa crisi si concluderà, come tutte le altre, lasciando dietro di sé innumerevoli vittime e qualche raro vincitore. Ma ciascuno di noi potrebbe anche uscirne in uno stato di gran lunga migliore di quello con cui ci siamo entrati. Questo a patto di comprenderne la logica e il percorso, di servirsi delle nuove conoscenze accumulate in vari settori, di contare soltanto su se stessi, di prendersi sul serio, di diventare attori del proprio destino e di adottare audaci strategie di sopravvivenza personale>>.
(Jacques Attali, “Superare le crisi - 7 lezioni di vita”)

Ed è così che Alessandro Rabatti ha accettato di affrontare le difficoltà della crisi del 2009 e di rimettersi in gioco uscendone vincitore con il suo progetto artistico Facebank.

CHI È ALESSANDRO RABATTI?
Alessandro Rabatti nasce a Firenze nel 1969. Per circa venti anni lavora come illustratore, crescendo professionalmente nello Studio di Paolo Donati dove perfeziona le sue abilità nell’illustrazione non fiction. Nel 1995 si mette in proprio e fonda con altri soci lo Studio INKLINK, che in breve diventa punto di riferimento internazionale per l’illustrazione non fiction, la ricostruzione archeologica e la didattica nei musei. Durante questa esperienza lavora in team a una serie di mappe illustrate e carte geografiche, tra cui la Mappa Monumentale di Firenze. In questi anni con i suoi soci riescono a “rompere" l'idea dell’illustratore che lavora da solo e lanciano un coworking ovvero un team di illustratori che lavora insieme in un ambiente unico e dove appunto ogni lavoro si fa “a dieci mani”dando ciascuno il meglio con la suddivisione dei vari compiti.


Con la crisi del 2009 c’è una contrazione della spesa pubblica destinata alla cultura e Alessandro decide cosí di mollare tutto e fa la sua prima mostra, un pò liberatoria e un pò troppo arrabbiata, usando il tema delle banconote per “sputare il rospo” che ha dentro nei confronti della crisi (ma non riceve la risposta che ha successivamente Facebank).

Nel 2011 inizia un percorso da Art director nella sezione marketing/comunicazione di NEXUSCOM srl dove si occupa del restyling del logo e dell’immagine coordinata aziendali, oltre a dedicarsi alle startup di comunicazione - on e offline - rivolte ai clienti.
Nel 2016 fonda a Firenze la sua Agenzia di creative marketing e design, la LANDER PROJECT, che lavora sull’immagine dei propri clienti partendo dal Branding affiancato dal giusto Copywriting fino al Packaging e a campagne di Advertising tradizionale e online.


COME NASCE IL PROGETTO FACEBANK?
<<Il mio percorso artistico nasce un pò casualmente, spinto dalla mia passione per le texture delle banconote che vedo come icona del mondo della finanza e delle mappe che insieme mi affascinano e condizionano più di ogni altra cosa. Questo progetto è nato quindi in modo del tutto istintivo: ho cominciato a “giocare" con le banconote notando che le facce di alcune si sovrapponevano, ovvero come se fossero state fatte scientificamente, scattata una foto dal solito punto di vista e cambiando il protagonista, quindi MAO, LINCOLN e la REGINA ELISABETTA - che rappresentano anche i tre mercati quello Europeo, quello Asiatico e quello Americano - che sono un pò il centro di tutto ciò che succede nella finanza tutti i giorni. Inizio così a lavorare in digitale con un file, scansionando le banconote ( che non si potrebbe fare perché si blocca lo scanner), quindi tramite dettagli piccolissimi che ho dovuto poi ricomporre a mosaico, ho cominciato a giocare con questi livelli usando i colori reali delle banconote e cominciando a fare diverse prove finché ne faccio una che sembrava Joker, che è poi rimasto così ed è quello meno curato che sembra fatto con le forbici tagliando le cose malamente>>

PERCHÈ IL TEMA DELLA MASCHERA?
<<Perché era una sorta di appello finale. Era il periodo in cui tutti i giorni al Tg passava la notizia “La crisi è finita” e invece non era vero mai. Per me quindi il tema della maschera, dei supereroi, era una sorta di presa in giro simpatica; l’idea di fare una super banconota era divertente per combattere la crisi e allo stesso tempo l’idea che Capitan America è tutto cinese, che le banconote si mischiano tra di loro, rappresentava per me l’opinione che i mercati ormai un pò tutti fanno parte di un unico sistema, senza bandiera, senza scopi rivolti al popolo che rappresentano, ma rivolti solo a se stessi, alla finanza, quindi un sistema molto autoreferenziale. Allo stesso tempo il tema della maschera era divertente perché ognuno può travestirsi da una banconota o dall’altra a seconda di quello che conviene fare per assecondare il mercato e mi piaceva perché è facilmente comprensibile il messaggio che volevo trasmettere: ABBIAMO BISOGNO DI QUALCOSA DI SUPER CHE CI LIBERI DALLA CRISI. Quindi ho messo insieme queste cose e l’effetto finale era quello di contenerli in foto-profilo: queste facce delle banconote si mescolano tra di loro e ogni volta assumono la faccia che li conviene>>

IN CHE MODO LA CRISI TI HA COLPITO E QUAL È STATO IL TUO PERCORSO DI RINASCITA?
<<Io sono stato molto colpito dalla crisi. Ho chiuso un’attività ed ho venduto la mia casa. Ho fatto un taglio netto per ripartire da zero. Non sapevo cosa sarei andato a fare e quindi in quel periodo leggevo tantissimo ed ho trovato un mio testo di riferimento che era “Sopravvivere alle crisi - sette lezioni di vita” di Jacques Attali che disegnava un itinerario ben preciso che passava dalla creatività per superare i momenti di crisi e l’ho preso alla lettera seguendo i sette comandamenti e uno di questi era in sintesi USARE LA CREATIVITÀ PER FORZARE IL SISTEMA E TRASFORMARE LE CRITICITÀ IN OPPORTUNITÀ. Ho deciso così di usare il tema della crisi che mi ha colpito nel profondo e lasciato il segno per trarne qualcosa di positivo utilizzando la creatività. E così è stato. Io ho semplicemente pubblicato il progetto sul portale Behance inserendo le immagini ed un testo molto breve senza alcuno scopo, ma solo perché mi andava di farlo. Dopodiché si è scatenato il putiferio: è stato ripostato in tutti i blog del mondo, un crescendo di qualche settimana fino a quando dopo varie testate minori, sono stato contattato da Time Magazine e Forbes. Sono stato completamente travolto da questo ciclone inaspettato e contemporaneamente contattato anche da persone che volevano acquistare le stampe che non possedevo perché non avevo pensato a nulla di tutto ciò dato che erano dei file relativamente piccoli e a bassa risoluzione. Sono quindi ripartito da capo a fare tutto il lavoro con dei materiali consoni alla stampa, ho lavorato duro 6 mesi per mettere insieme il tutto, facendo prove che fallivano continuamente all’inizio tra stampa digitale e stampa a clichè a caldo con la lamina oro finché poi sono riuscito a risolvere il problema grazie ai consigli di tantissime persone e ho iniziato a vendere le stampe attraverso vari portali di Arte che mi hanno contattato>>

CHE TIPO DI APPROCCIO HAI UTILIZZATO?
<<Il bello di questo progetto, ciò che mi ha insegnato, è che ha una vita propria e voglio che rimanga così. È lui che continua a coinvolgermi e a farmi conoscere persone: sono stato a Singapore, a Parigi, due anni e mezzo in una mostra itinerante negli Stati Uniti tutta basata sul tema dei supereroi. Ogni tanto mi ricontatta qualcuno, in tanti hanno comprato le stampe. Non ho un approccio strutturato, ma mi piace così perché è sorprendente che mi coinvolga lui ogni volta senza che io lo abbia programmato. Sono le cose che lo cercano e non è lui che ha un target, una strategia di vendita ed è bello così perché mi ha fatto comprendere quanto sia importante che un’immagine trasmetta una storia e quanto allo stesso tempo sia fondamentale che quella storia non sia troppo descritta nei minimi dettagli, ma sia personalizzabile dal punto di vista delle persone che guardano e quindi interpretabile in base ai propri pensieri. Spesso qualcuno mi chiede di fare una mostra ed anche lí mi sono rifiutato di mettermi a tavolino a strutturare il tutto ed ho detto di sì a tutti quelli che mi hanno contattato e chiesto di esporre dentro a una libreria, un locale, oppure in una galleria d’arte perché per me questo è un progetto aperto e so che con quest’approccio libero continuerà a farmi scoprire cose che non potevo prevedere>>

LA COSA PIÙ BUFFA DI QUESTO PROGETTO?
<<Quando hanno cominciato a comprarmi le stampe tutte le persone che lavorano nella finanza - quella stessa finanza che ha scatenato la crisi - e che le attaccavano nella parete in ufficio, dietro la scrivania come se fossero le icone religiose di quel meccanismo economico controverso. All’inizio mi sono sentito disorientato perché dentro di me facevo un paragone: “È come se io costruissi un’immagine che rappresenta un estintore e me la comprassero anche i piromani!. Inizialmente questa cosa mi ha scombussolato, però ho poi capito che fa parte di questo progetto perché è lui che decide dove andare e dove atterrare e ormai mi ci sono abituato>>

SE DOVESSI DEFINIRE FACEBANK CON UNA SOLA PAROLA?
<<SUPER CREATIVITÀ. Il potere della creatività per eccellenza; il potere soprannaturale della creatività che spesso in molti sottovalutano, quando invece bisognerebbe lasciarla fluire entrando in contatto con questa parte che tutti noi abbiamo>>

CREDI DAVVERO CHE TUTTI SIANO DOTATI DI CREATIVITÀ?
<<Io credo che tutti ne siamo in possesso, ma il mezzo per farla uscire probabilmente è diverso in ognuno. Tutti noi abbiamo una capacità anche di reazione che spesso è dovuta alla creatività, di vedere una via d’uscita nelle situazioni, che può essere anche molto pratica, istintiva e legata ad un istinto di sopravvivenza, ma la soluzione che bisogna prendere velocemente, di pancia, di fronte a momenti decisivi, rientra nel mondo della creatività>>

Alessandro ci insegna dunque che in una congiuntura negativa bisogna affidarsi alla creatività: fare della crisi un'opportunità per reinventarsi.
Ora ti starai chiedendo “E se tutto questo non bastasse”?
Nelle situazioni estreme non resta che il pensiero rivoluzionario: violare le regole, ribellarsi al mondo, senza mai perdere il rispetto di sé.

E ricorda che NON TUTTI GLI EROI INDOSSANO UNA MASCHERA. Federica