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The thing from the future: allenarci all'immaginazione

Immaginare, vedere con la mente, concepire con la fantasia. Ma come si allena la fantasia, la mente o più in generale l’immaginazione? Ma soprattutto perché quella che apparentemente è una soft skill sta diventando sempre più importante?

Le parole di Thomas Friedman rimbombano ancora più forti, in questo 2021: “Il mondo non sta solo cambiando rapidamente, esso sta cambiando completamente forma: sta cominciando a funzionare in modo diverso, e questo ri-modellamento sta avvenendo a una velocità superiore a quella con cui noi stessi, i nostri leader, le nostre istituzioni, le nostre società e le nostre scelte etiche riusciamo ad adattarci ad essi”.

Queste frasi sono state scritte prima del 2020, ma è indubbio che l’accellerazione provocata dalla Pandemia renda sempre più urgente il completo ripensamento di mind set e il concepimento di nuovi paradigmi.

Non è più sufficiente l’intervento delle tecnologia, ormai presente in ogni ambito delle nostre vite.
É necessario non solo utilizzare nuovi strumenti, ma dobbiamo immaginarci nuove modalità di lavoro, vita, sviluppo. Urgentemente.

L’immaginazione non è un gioco, l’immaginazione è un’attività molto complessa che costringe le persone a pensare a qualcosa che non esiste, a mettere in discussione parte delle loro vite a favore di qualcosa che non è presente, non è tangibile, non è stato ancora creato. Non c’è.

Diventa quindi fondamentale la conoscenza, i dati, la valutazione del contesto attuale, soprattutto in termini di innovazione, dinamiche socio-culturali, geopolitiche, trend climatici e tecnologici, per poter immaginarci il futuro.

C’è in filone, del design — inteso come “progettazione” — denominato Speculative Design (o Critical Design), attività che ha come obiettivo immaginarsi possibili futuri per poter agire più consapevolmente nel presente.

Lo speculative design non è un mero gioco di fantasia. Lo descrive in modo molto preciso la studiosa Debora Bottà, esperta di User Experience Design e fondatrice di UXLab:

“La prima grande differenza con il design tradizionale è che lo speculative design non risolve problemi ma, utilizzando il design come un mezzo, cerca problemi da discutere. E come li cerca? Creando narrazioni di possibili realtà future che ci aiutino a interrogarci sulle implicazioni per il nostro presente.
A differenza della pura fantascienza con cui questa pratica viene erroneamente confusa, nella finzione speculativa esiste un legame tra il presente e il futuro immaginario perché, per essere praticato correttamente, lo speculative design deve essere fondato su una profonda conoscenza delle tecnologie e dei trend esistenti oggi che si intendono esplorare.
Quindi il design speculativo non è un esercizio di fantasia così come non è una previsione del futuro. I futuri impossibili o immaginari sono esclusi dal design speculativo che ha interesse, invece, a esplorare futuri probabili, plausibili, possibili e preferibili”

Ma quali strumenti utilizzare per allenarci all’immaginazione, per creare narrazioni di futuri possibili che possano contribuire a creare un presente — ed immediato futuro — migliore?
Situation Lab è uno studio di Design e Progettazione, che ha ideato nel 201 “The Things from the Future”: un “gioco” per stimolare l’immaginazione all’interno di team di professionisti e gruppi aziendali.

Le cards sono distribuite sotto licenza Creative Commons BY NC SA.


La versione che vedete è in Italiano a cura di Marketing Toys: stiamo adattando tutte le card e traducendole, saranno presto disponibili gratuitamente per essere scaricate ed utilizzate.

Questo gioco, come altri, hanno uno scopo ben preciso, quello di riuscire a coinvolgere le persone in attività di design/progettazione e riuscire a pensare oltre gli schemi tradizionali, attingendo alla propria energia creativa, spesso sottovalutata e soffocata nei lavori di routine tradizionali.

Crediamo molto nella potenza dell’immaginazione, nell’esercizio del pensiero creativo e della fantasia, e per esperienza siamo riusciti sempre ad individuare e disegnare rotte preziose per i nostri progetti e per i progetti dei nostri clienti.

Prima di fare l’ennesimo corso, di specializzarvi verticalmente su argomenti precisi, provate a chiedervi se quello che state facendo potrebbe essere sostituito tutto o in parte, un giorno, da un algoritmo e dall’intelligenza artificiale.

Provate adesso ad accettare la sfida, di allenarvi in un’attività dove la vostra mente, la vostra fantasia e creatività sono le leve differenzianti, dove un robot non riuscirà a battervi.
In “quel” mondo, fatto di connessioni, regressioni, immaginazioni si trova uno spazio prezioso per i nostri lavori e per il genere umano: si trova il futuro.

Proviamo ad immaginarcelo insieme,
Filippo
www.marketingtoys.it


Se sei interessat* ad una copia di “The Thing from the Future” a cura di Marketing Toys, scrivi un'e-mail a info@marketingtoys.it ;)
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